TECNICA DELLA SCONFITTA
GIANNI BONINI
15 gen 2014
TECNICA DELLA SCONFITTA

Mentre chiudiamo questo numero di IF la situazione siriana sembra orientarsi verso un compromesso, il controllo internazionale delle armi chimiche, il cui merito va ascritto anche alla Farnesina, ad Emma Bonino che sicuramente ha speso in questa occasione la sua riconosciuta affidabilità occidentale. Obama ha mandato avanti Kerry, ai russi con Lavrov non conviene esagerare, hanno gia ottenuto quello a cui ambivano, il riconoscimento dei loro interessi nel Mediterraneo - la base navale di Tartus non si tocca, su Assad vedremo - che perseguono almeno dalla guerra di Crimea. Di Hollande è meglio tacere, ci siamo risparmiati Bernard-Henry Lévy e la Carlà, la testa di Gheddafi per ora è sufficiente al loro peloso umanitarismo. Cameron è stato bocciato dai Comuni, Britannia ruled the world titola Il Foglio.

Sui media italiani imperversa sempre il Cavaliere, vera grande maschera della commedia dell'arte di questi ultimi vent'anni contornata da una folla trasversale di guitti. Manca, salvo rare eccezioni, un'analisi seria di quello che sta succedendo nel Mediterraneo, alle porte di casa nostra. In una nazione densa di lauree brevi e lunghe in scienze politiche, scienze della cooperazione internazionale e della mediazione interculturale, mi fermo qui, nessuno si ricorda dell'assioma  che "la politica interna è una variabile della politica estera".

In pochi provano a spiegare un quadro geopolitico complesso ma non impossibile ad essere indagato: le dinamiche cicliche che accompagnano la storia americana e lo smart power di Obama - magistrale l'analisi di Guido Salerno Aletta su Milano Finanza, ma lo è ancora di più il rapporto Nomos&Kaos di Nomisma dell'anno scorso - le interrelazioni dei mercati energetici, l'accelerazione dello shale gas e la scoperta di nuovi immensi giacimenti nel Mediterraneo orientale grazie a nuove raffinate tecniche di drilling, la logica spietata dei corridoi energetici che abbiamo analizzato nel precedente numero di IF, la lotta contro il tempo per allargare le proprie aree di influenza da parte di Ryad e degli Emirati per sfruttare appieno il vantaggio dei petrodollari.

Teheran cerca di sottrarsi dall'angolo "nucleare" e con Rouhani punta ad una Ummah islamica più inclusiva. La Cina registra sicuramente un rallentamento della crescita ma rafforza la presenza neocoloniale in Africa, quasi una ripetizione della politica sovietica degli anni 70 del secolo scorso. I Brics hanno subito una battuta d'arresto nella loro Bretton Woods, l'audace tentativo di creare una nuova area monetaria, ma non si fermeranno facilmente e il FMI conosce la posta in gioco. Alla Russia ed alla sua rinascita imperiale abbiamo dedicato l'apertura del numero 2 della rivista, con l'eccezionale intervista a Natalja Narochnitskaja: la crisi siriana riconferma la storica lotta contro la politica degli stretti anglosassone e l'esclusione della Russia dall'ellisse energetica.

Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente, o forse no, ma il mondo non è mai stato fermo, ci spinge ad affinare l'analisi e a ricercare nella storia le ragioni che riemergono in forme diverse, gli interessi e le situazioni che si ripetono, anche in base alle leggi generali della geopolitica, perché la globalizzazione è sempre esistita, dai tempi di Sargon il Grande, III millennio a.C., che "lavò le sue armi nel Mare Superiore" - leggi Mediterraneo, siamo sempre lì - è la tecnologia moderna che ne ha accelerato i tempi e ne ha accorciato gli spazi.

Per questo e non semplicemente per un'operazione di archeologia editoriale sia pur meritoria, abbiamo deciso di rieditare un bestseller degli anni sessanta, Tecnica della Sconfitta, capolavoro insuperato di Franco Bandini. La narrazione rigorosa di Bandini sull'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale è una somma delle problematiche di politica internazionale dell'Italia, "asse mediano" del Mediterraneo dove, come dice Braudel, "trova il senso del proprio destino". 

Leggetelo allora e fatelo leggere a Renzi, l'Uomo della Provvidenza di questi nostri tempi. A Venezia ha vinto Sacro GRA, la gioia di vivere del Belpaese ha bisogno di una robusta iniezione di realismo politico, i talk show non ci bastano più.